Welfare – Pensione minima? Si, ma proprio Minima!

Ho appena finito di leggere un bellissimo articolo scritto da Lorenzo Salvia del Corriere della Sera.

Il titolo dell’articolo è: “Pensioni, mini-assegni da 173 euro”.

Ovviamente voglio condividerlo con Te che stai leggendo questo blog, ragion per cui ti ho inserito un link più avanti per poterlo scaricare in versione integrale nel formato pdf.

Qualcuno mi accusa di fare il corvo, altri pensano che dica certe cose solo per avere un tornaconto economico.

Ti confesso che non vivo d’aria. Sono nel settore assicurativo da 17 anni ed effettivamente mi guadagno da vivere proteggendo i miei clienti dalle problematiche che descrivo in questo blog.

C’è qualcosa di male nel farlo? Assolutamente No!

Amo ciò che faccio ed essere consapevole che con il mio operato posso evitare drammi come quelli descritti nell’articolo di Lorenzo Salvia, mi da la consapevolezza di svolgere un’attività dall’alta valenza sociale.

Nel nostro paese abbiamo la brutta convinzione che le sfighe colpiscano solo gli altri e quando accade qualcosa a qualcuno che conosciamo siamo subito pronti a trovare giustificazioni per quanto accaduto. In realtà quelle giustificazioni servono solo alla nostra testa per crearci un alibi, per convincerci che se non ce le andiamo a cercare, a noi “certe cose” non possono accadere.

Di norma i discorsi che si fanno sono questi:

– Ehi, hai sentito cosa è successo al Mario?
– No! Cosa?
– Ha fatto un incidente in moto, è rimasto invalido!
– Eheee, ma andava veloce con quella moto, l’ho visto sai!?

– Psss, sai che al Carlo è venuto un Ictus e adesso è allettato?
– Ostrega, ehee ma era già malato…

Lo so, sono praticamente certo che in questo momento stai facendo esattamente quanto rappresentato in foto! Ti capisco e ti autorizzo, sappi però che non voglio farti l’elenco delle persone che conosco con cui la sorte non è stata molto gentile, poiché sono convinto che anche tu se fai mente locale ne conosci qualcuna, ma se continui a leggere ti svelo qualcosa che nessuno ti ha mai detto.

Nel nostro paese c’è un grandissimo problema legato al “Welfare”, parola che tradotta in italiano equivale a “Assistenza Sociale”.

Mi sono spesso domandato perché devono chiamarlo “Welfare” e non “Assistenza Sociale”.

Si potrebbe pensare che fa più figo, ma onestamente penso che abbiano appositamente importato questo termine per non alimentare odio sociale nei confronti del sistema.

Molta gente aimè quando sente la parola “Welfare”, non sa cosa vuol dire e se qualcuno parla dei problemi del Welfare in Italia, questa molta gente pensa:

“Sa l’è ul welfar? L’è minga roba mia!”

Che tradotto per chi non è pratico di dialetti tipici delle mie zone, in italiano suona così:

“Cos’è il Welfare? Non è di certo un qualcosa che mi riguarda!”

La conseguenza è che molta gente non da peso a chi parla di “Problema del Welfare” senza così comprendere che si sta parlando di un problema gravissimo che li riguarda eccome.

In questo blog, si parla di Pensione.

Dato che la Pensione è garantita dalla nostra Assistenza Sociale (Welfare) e i problemi in questo ambito sono enormi, sarà meglio che le prossime volte che sentirai questo termine “sdrizzi di più le tue antenne” e ti metti in ascolto.

Oggi per ricollegarmi all’articolo di Lorenzo Salvia, ti parlo di un altro tipo di “pensione” portando così un po’ di chiarezza su quello che la gente pensa si possa ottenere dall’assistenza sociale, nel caso in cui un infortunio o una malattia dovesse impedire alla persona stessa di continuare a lavorare rendendola invalida.

Per riuscirci ti porto due esempi che rappresentano “ciò che di meglio può accadere economicamente parlando” in un caso di grave invalidità.

Prendo l’esempio di un muratore che subisce un infortunio sul lavoro e rimane tetraplegico.

Come dirai ora:

“mi hai detto che mi parlavi del caso migliore?!?!”

Ebbene si, te lo ribadisco, dal punto di vista economico ti garantisco che stiamo parlando del caso migliore!

Senza stare ad entrare nel dettaglio dei calcoli, che posso ad ogni modo comprovarti qualora tu lo voglia, ponendo che si tratti di un giovane muratore che ha un reddito annuo di 18.000 euro, questi riceverà dall’INAIL, tra la rendita annua data dal danno biologico che gli viene riconosciuto e il suo reddito ante infortunio, una pensione annua netta di 34.500 euro, ovvero circa 3.000 euro al mese.

Ora non sarebbe corretto dire che l’INAIL non è presente, o peggio ancora che è una truffa, perché con molta probabilità ognuno di noi vorrebbe avere un’entrata sicura e garantita di 3.000 euro al mese, ma questo poveretto è tetraplegico! È allettato con due cateteri e due flebo! Ha bisogno di tre badanti; una per il giorno, una per la notte e l’altra per il sabato e la domenica per concedere una giornata di riposo alle altre due che altrimenti vanno dai sindacati per rivendicare i propri diritti!

Ora ti domando: hai un idea di quanto costa l’assistenza per un tetraplegico?
3 Badanti sono 3.000 euro al mese + Farmaci + Cateteri + Alimentazione Specifica =
min. 40.000 euro all’anno!

Sai cosa significa? Significa che questa famiglia deve tirar fuori dal proprio tesoretto, sempre che ce l’abbia, 6.000 euro all’anno e con molta probabilità, se va bene, nel giro di uno o due anni è sul lastrico, perché oltre all’uscita ulteriore di 6.000 euro, non ci sono più i soldi del marito che entrano nella cassa comune per vivere, perché ciò che prende di pensione non basta per lui! E il resto della famiglia come vive?

Questo scenario drammatico con una pensione pagata dall’INAL per un’invalidità al 100% è il migliore che ci si possa prospettare!

Cosa succede se invece di rimanere invalido il nostro muratore dovesse venire a mancare?

Alla moglie l’INAIL garantirebbe la pensione di reversibilità che in questo caso ammonta al 50%.
Ma al 50% di cosa? Lo sai?
Non penso che tu lo sappia…
Il 50% della sola componente reddituale, poiché non vi è indennizzo sotto forma di rendita per danno biologico se la persona che è stata colpita dall’infortunio viene a mancare!!!

Questo significa che la povera moglie prenderà una pensione di 9.000 euro all’anno!

La moglie deve vivere con 9.000 euro all’anno!

Ora possiamo fare tutti i discorsi cazzuti che vogliamo, con tutte quelle frasi del cavolo che la gente senza criterio dice, del tipo:

“ma tanto la moglie si risposa…”

Facciamo un discorso serio. Loro sono una coppia unita. Sono una la mezza mela dell’altro e si sono sempre sostenuti a vicenda, ragion per cui hanno un rapporto unico ed estremamente forte. Stavano invecchiando insieme e Lei perde il marito. Incomincia ad avere un anno di depressione, perché si sa, i grandi lutti portano sempre depressione e in più deve vivere con 9.000 euro all’anno!!!

Ora tu che leggi, saresti contento di lasciare la tua mezza mela e/o i tuoi figli in queste condizioni?

Se non vuoi lasciare in braghe di tela chi ti è vicino oggi e lo rimarrà anche nel caso in cui tu ne debba aver maggior bisogno un domani, richiedi subito il coupon per ottenere gratuitamente la consulenza Pensione Assicurata™.

PS: ti avevo detto che ti avrei permesso di leggere l’articolo di Lorenzo Salvia?

Non mi sono dimenticato, e visto che sei arrivato fino a qui, ora  te lo do. Se pensi che il sottoscritto abbia appositamente descritto scenari troppo drastici, allora leggi il suo articolo. Lui non ha interessi a proporti nulla per tutelarti e se non ti fidi di me che la “ietto”, magari puoi credere a Lui.

Se pensi che quest’articolo possa aiutare ad evitare spiacevoli situazioni a chi ti è caro, condividilo con i pulsanti qui sotto!

Io l’ho già fatto, ma ovviamente non conto…

Un abbraccio.

Ecco il link all’articolo di Lorenzo Salvia

welfare - richiesta consulenza

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