Nei giorni scorsi è stata diffusa la notizia che l’età necessaria per accedere alla pensione è stata aumentata di 4 mesi arrivando a 66 anni e 7 mesi. Come era prevedibile le polemiche impazzano sui social… “Ladri… ci volete far morire sul lavoro!” “Voi lavorate 2 giorni e avete diritto alla pensione e noi dobbiamo schiattare!” Sul fatto che sarebbe bello che qualcuno di onesto ripulisse la casta da certi privilegi non ci piove, ma purtroppo anche se fosse, non andremmo a risolvere il problema legato al nostro sistema previdenziale. I ritocchi dei coefficienti di conversione del montante contributivo in rendita, così come l’aumento dei limiti d’età per accedere alla pensione erano già stati previsti con l’ultima riforma per adattarsi all’allungamento dell’aspettativa di vita media fornito dall’ISTAT. Le prossime revisioni dovevano cadere nel 2016 e nel 2019 e da lì in poi su base biennale. Il fatto che si anticipi i tempi di revisione aumentando sempre di più l’età per accedere alla pensione e diminuendo contemporaneamente i coefficienti di conversione in rendita deve portarti a compiere una riflessione? Continua a leggere …
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I 3 errori più gravi da evitare in ambito previdenziale
Oggi voglio svelarti i 3 più grandi errori che se li commetti, ti condannano in vecchiaia ad una vita di stenti (e che condannano i tuoi figli o chi ti sarà vicino a farne altrettanti per mantenerti)
Se ti rivedi in uno di questi tre errori, sappi che poi ti rivelo anche come correre al riparo.
1° Errore: “Alla pensione c’è tempo, ci penserò più avanti!”
Il primo grande errore è proprio pensare che alla pensione mancano tanti anni, ragion per cui c’è tempo per pensarci. Ora ti spiego perché è uno sbaglio!
Due dei 4 fattori che influenzano il risultato finale di un accumulo di capitale sono la durata e l’importo accantonato.
Ora fai con me due conti in croce.
Ti porto l’esempio di Roberto, un ragazzo di 25 anni che lavora come dipendente in un’azienda privata con uno stipendio mensile di 1.200 euro. Continua a leggere …